A seguito degli incontri avvenuti tra la fine del 2020 e la primavera del 2021 nell’ambito dei consigli generali di Azione Cattolica e Agesci, la redazione di SIL ha voluto incontrare i responsabili regionali di Agesci Liguria e i delegati dell’Azione Cattolica Ligure per confrontarsi sui lavori e i percorsi che si stanno facendo a livello nazionale e, in un’ottica ancora più ampia, su come le due associazioni si inseriscono nel patto educativo globale che tanto Papa Francesco sta sollecitando.
Hanno partecipato all’incontro Paolo Ferrando, delegato regionale dell’Azione Cattolica, Carlotta Londri, incaricata per l’ACR, Matteo Limoncini incaricato per il settore giovani, Don Piero Spinetta, assistente ecclesiastico di Agesci Liguria e Anna Risso, responsabile regionale di Agesci.
Dopo una breve presentazione dei singoli la discussione è entrata nel vivo, Matteo ha esordito sottolineando quanto è “bello ritrovarsi, è una bella occasione per creare e intraprendere un percorso nuovo, insieme”, Paolo ha ricordato come questo incontro sia frutto di un percorso che le due associazioni stanno compiendo a livello nazionale e che ha portato alla stesura di un
Documento congiunto dal titolo “Un noi Generativo” e scaturisca proprio dal Patto educativo Globale promosso dal Santo Padre.
A livello nazionale, raccontano Anna e Paolo, è già da tempo che le due associazioni stanno facendo un percorso comune.
In particolare nell’ultimo anno, anche nell’ottica del Patto Educativo Globale, si sono svolti due incontri dei rispettivi consigli nazionali durante i quali si sono confrontati in piccoli gruppi i responsabili nazionali e regionali partendo dal messaggio del Papa di settembre 2019 e dall’instrumentum laboris focalizzandosi su un concetto: “come agire per produrre cambiamenti”, una fase precedente a quella di stesura del documento congiunto.
Fa notare Anna come sia iniziato un lavoro di confronto e condivisione che altri a livello regionale e zonale hanno già ripreso e stanno portando avanti.
“Qui in Liguria per ora non è così, non c’è un legame a livello regionale, il vero legame è nelle Parrocchie, consolidato e solidale. Il declinarsi del documento nazionale è sui territori e quindi sarebbe bello confrontarsi con altre zone e regioni dove questa collaborazione è già forte, per prendere spunto.
Come importante, dato che siamo educatori, è confrontarsi sui contenuti della nostra azione educativa.” “È proprio così: nelle parrocchie già ci conosciamo – afferma Carlotta – ci sosteniamo e collaboriamo per la Parrocchia e il bene dei nostri bambini, forse proprio questa collaborazione ha portato il livello nazionale ad intraprendere una collaborazione sempre più stretta.
Sul territorio esistono già molte alleanze che spesso sono di cuore, a volte non formalizzate, ma sicuramente di cuore” “Noi siamo abituati a farci conoscere con altri più distanti, come altre associazioni scout – ragiona Anna – e, a volte, non con chi c’è in casa con noi e con cui è necessario intraprendere alleanze educative sempre più strette”.
Matteo ci ricorda come, oltre i nostri carismi e metodi più specifici, andiamo nella stessa direzione con e nella Chiesa, e che creare nuove alleanze educative sia l’unica strada percorribile nella nostra epoca e non una delle tante.
Don Piero rammenta che l’idea di un’unione tra le due associazioni era presente dopo la caduta del Fascismo e, periodicamente si ripropone in forme diverse.
“Sarebbe bello – propone – che a livello nazionale si provasse a coinvolgere anche l’FSE (gli Scout d’Europa), che in alcune regioni, anche se nella nostra non sono particolarmente diffusi, sono una realtà molto presente e incisiva.”
È importante conoscerci e raccontarsi, anche nelle cose più semplici e pratiche, vedersi di persona prendendo spunto da altre esperienze per poi creare occasioni di incontro a livello regionale anche tra educatori e capi, rileggendo insieme il Patto a partire proprio da questo nome: “patto” sostiene Paolo.
Lo stile con cui vogliamo lavorare insieme, e che consegniamo ai territori, è appunto quello del Patto: “non è un’azione e non è un programma”, ma è il ritrovarsi e riconoscersi “compagni di viaggio” con la stessa meta, sulle stesse strade (dal documento “Un noi generativo”).
“I tre punti del documento ossia la scelta di una attenzione educativa, la dimensione della prossimità e le alleanze educative – sottolinea Paolo – sono il filo rosso che ci accomuna e ci contraddistingue, è punto di partenza per conoscerci.
Il protagonismo dei ragazzi è alla base di tutto. Continua il Don ricordando che AC e Scout sono entrambi evangelizzatori, essendo vicini alle famiglie. L’iniziazione cristiana che propongono non verte sui contenuti ma sulla testimonianza della fede stessa e l’esperienza vissuta.
Marco Scarfò
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