“Chi non serve… non serve!”: questo il titolo volutamente provocatorio del Convegno Assistenti ecclesiastici Agesci svoltosi in Seminario sabato 22 gennaio, a cui hanno partecipato una cinquantina tra AE, seminaristi e membri del Comitato regionale e dei Comitati di zona.
È stata certamente una preziosa occasione di comunione e collaborazione tra AE e Capi con lo scopo di portare Gesù nel cuore di ogni nostro ragazzo, oltre che un’occasione per vivere il territorio chiedendo ospitalità al Seminario arcivescovile, dove le porte sono sempre aperte e le giovani leve del clero sono curiose e pronte a prendere tutto il bello, il buono, e il vero che lo Scautismo può dare.
Una giornata dove il “farsi servo per… servire” ha risuonato nel nostro cuore e ci ha dato ancora più forza e coraggio grazie anche alle parole di Padre Roberto Del Riccio, AE nazionale, che con umanità e semplicità e al tempo stesso con concetti di altissimo livello teologico ci ha spronato a lavorare con entusiasmo nell’educare alla vita cristiana partendo dall’imprevedibilità della vita, come ci ha insegnato anche questa pandemia.
Obiettivo del lavoro, in plenaria e nei gruppi, era quello di iniziare a pensare agli ingredienti necessari per educare oggi alla vita cristiana, partendo dai ragazzi e dai Capi reali, e non semplicemente ideali, con cui, qui e ora, ci troviamo a camminare.
Sullo sfondo, l’icona biblica dei discepoli di Emmaus: in due, come due sono i soggetti educativi, il Capo e il ragazzo, in cammino con Gesù, partendo dalle esperienze non sempre positive della propria vita reale.
Padre Roberto ci ha fatto notare come oggi siamo chiamati ad una vera e propria rivoluzione copernicana, passando dal trasmettere dei concetti ad educare ad una vita cristiana autentica. Occorre rivisitare la famosa tripletta esperienza-simbolo-concetto, ormai nota ad ogni Capo dell’associazione, ma non più adeguata alla situazione odierna. Se, infatti, la dottrina cristiana rimane ovviamente la stessa, oggi non ci possiamo più limitare a comunicare dei concetti, presupponendo una vita di fede che non è più assolutamente scontata.
Dalla nascita del Progetto Unitario di Catechesi (1983) abbiamo ormai ben imparato a partire da un concetto dottrinale e a creare un gioco o un’attività per comunicarlo ai ragazzi, ma questo non è più sufficiente; occorre invece aiutare il ragazzo a fare una vera esperienza di Gesù, e dentro un’esperienza c’è certamente un fatto, ma ci sono anche parole per interpretarlo (la Parola di Dio e, nel nostro caso, la Legge scout) e c’è anche un significato che il ragazzo scopre partendo dalla propria vita concreta, e questo significato è singolare, non uguale per tutti, perché ognuno parte da una diversa situazione concreta.
Si tratta perciò di una grande sfida: quella di aiutare ciascuno ad interpretare il proprio vissuto concreto scoprendosi sorretto dalla mano potente di Dio e accompagnato ogni giorno da Gesù e dalla sua Parola che scalda il cuore, aiutando a discernere e a decidersi ogni giorno per il vero, il bene e il bello.
Trattandosi di qualcosa di molto più complicato del semplice comunicare dei concetti, tutta l’Associazione è chiamata a mettersi in cammino, e al prossimo Consiglio Generale (2-5 giugno 2022) nonché ad un incontro che coinvolgerà gli incaricati di zona alle branche e tutti gli Assistenti Ecclesiastici (1-3 ottobre 2022) si faranno ulteriori passi in tal senso.
Dopo la relazione di Padre Roberto la riflessione è continuata nei gruppi di lavoro, a cui ha fatto seguito ancora un momento in plenaria che ha consentito di approfondire alcune tematiche venute fuori nei piccoli gruppi.
Il lavoro continua ora nelle Zone, e presto gli Assistenti si ritroveranno ancora per compiere ulteriori passi in tal senso. Nel frattempo, verrà messo a disposizione il video delle relazioni di Padre Roberto, in modo che anche chi non è riuscito a presenziare di persona possa però dare il proprio contributo a questo complesso ma entusiasmante processo.
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