Palestina. Pace adesso, pace subito!

La Chiesa di Genova, attraverso il Tavolo Giustizia, Pace e Integrità del Creato (GIUSPIC), fa proprio l’appello alla pace della Chiesa universale e lo rilancia alla comunità dei credenti e alla città tutta.

Pace adesso, pace subito in Ucraina e in Palestina. Si decida al più presto un cessate il fuoco che consenta la costruzione di un percorso di pace giusto, solido e duraturo.


Palestina. Pace adesso, pace subito!

Per quanto gli eventi corrano veloci, restano e resteranno fermi nella memoria dei credenti (e non solo nella loro) i passaggi della vita della Chiesa che hanno segnato le ultime settimane. L’ultimo pronunciamento di Papa Francesco, il Conclave e il primo saluto di Papa Leone XIV portano al centro una parola disarmata e disarmante: pace!

Le ultime parole di Papa Francesco: “Vorrei che tornassimo a sperare che la pace è possibile! S’irradi la luce della pace su tutta la Terra Santa e sul mondo intero.”

Le prime parole di Papa Leone XIV: “La pace sia con tutti voi! Fratelli e sorelle carissimi, questo è il primo saluto del Cristo Risorto (…) La pace sia con voi! Questa è la pace del Cristo Risorto, una pace disarmata e una pace disarmante, umile e perseverante.”

E a creare un ponte tra le parole dei due pontefici, l’appello pronunciato dal collegio dei cardinali, prima dell’avvio e della loro chiusura nel conclave: “Formuliamo un sentito appello a tutte le parti coinvolte affinché si giunga quanto prima ad un cessate il fuoco permanente e si negozi, senza precondizioni e ulteriori indugi, la pace lungamente desiderata dalle popolazioni coinvolte e dal mondo intero. Invitiamo tutti i fedeli a intensificare la supplica al Signore per una pace giusta e duratura.”

Pace in tutti luoghi della terra, pace laddove parlano le armi, pace in Ucraina, pace in Palestina. 


Palestina: una strage che non possiamo accettare

E proprio dalla Palestina sembra sollevarsi più intenso il grido di dolore e maggiori sono le preoccupazioni di una possibile imminente escalation del conflitto. A Gennaio 2025 i dati pubblicati dalla rivista scientifica Lancet parlavano di circa 64.000 decessi (il 40% in più rispetto a quelli dichiarati dal ministero della sanità palestinese), tra la popolazione di Gaza, per gli effetti diretti degli attacchi dell’esercito israeliano. Il 44% dei morti a Gaza sono bambini.

Dal 2 Marzo il governo israeliano ha imposto il blocco all’ingresso di aiuti e dei prodotti necessari alla sopravvivenza del popolo palestinese, blocco di cui il governo Netanyahu starebbe valutando un allentamento per ragioni di “convenienza” politica. Mentre scriviamo questo appello, muoiono oltre 100 palestinesi al giorno a causa degli attacchi aerei israeliani.

In queste ore si esprime così il Card. Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme dei Latini: “A Gaza stiamo assistendo a qualcosa di inconsolabile e inaccettabile dal punto di vista umanitario, la fame di centinaia di migliaia di persone come strumento di guerra, non possiamo accettarlo e ci rivolgiamo a tutti coloro che hanno il potere di prendere decisioni per porre fine a tutto questo”.

Non possiamo accettare tutto questo. Dobbiamo, con tutte le nostre forze, invocare e farci promotori della costruzione di ponti per una Pace, disarmata e disarmante.

Sentiamo la necessità di fare da eco a quell’appello alla pace che hanno pronunciato i cardinali, prima di entrare in Conclave. Lo facciamo nostro e lo rilanciamo alla comunità dei credenti e alla città tutta.

Pace adesso, pace subito. Si decida al più presto un cessate il fuoco che consenta la costruzione di un percorso di pace giusto, solido e duraturo.


La guerra è la risposta sbagliata  

Nello stesso tempo, abbracciamo e appoggiamo tutti coloro che, israeliani e palestinesi, guardano a una convivenza possibile tra i due popoli e sono impegnati in maniera nonviolenta contro l’occupazione, gli integralismi e l’ingiustizia.

La guerra non è l’unica risposta che si può offrire ai contrasti e alle offese, e soprattutto la guerra è la risposta sbagliata. In questo senso si levano tante voci anche nei luoghi di guerra, in Palestina e in Israele soprattutto.

In quei teatri in tanti ancora sperano, sognano la pace e chiedono che la guerra si fermi, perché la sua prosecuzione con questa ottusa determinazione non potrà portare che altro odio. Vogliamo idealmente unirci a quelle voci che chiedono pace.

Riscopriamo la dimensione intangibile della dignità dell’uomo, di ogni singolo uomo, di ogni persona e riscopriamo la bellezza della fraternità, di essere fratelli tutti perché figli di Dio o, per chi non crede, perché accomunati dal destino e dall’avventura di essere uomini. Laddove riusciremo a vedere in ogni persona una sorella e un fratello, non vi sarà più guerra.


Fratelli tutti! Sogniamo come un’unica umanità!

E allora possiamo chiudere quest’appello con le parole di Papa Francesco della Fratelli Tutti.

“Desidero tanto che, in questo tempo che ci è dato di vivere, riconoscendo la dignità di ogni persona umana, possiamo far rinascere tra tutti un’aspirazione mondiale alla fraternità. Tra tutti: «Ecco un bellissimo segreto per sognare e rendere la nostra vita una bella avventura. Nessuno può affrontare la vita in modo isolato […]. C’è bisogno di una comunità che ci sostenga, che ci aiuti e nella quale ci aiutiamo a vicenda a guardare avanti. Com’è importante sognare insieme! […] Da soli si rischia di avere dei miraggi, per cui vedi quello che non c’è; i sogni si costruiscono insieme». Sogniamo come un’unica umanità, come viandanti fatti della stessa carne umana, come figli di questa stessa terra che ospita tutti noi, ciascuno con la ricchezza della sua fede o delle sue convinzioni, ciascuno con la propria voce, tutti fratelli!” 

Genova, 22 Maggio 2025

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